Negli ultimi anni, i data center hanno assunto un ruolo strategico per la crescita economica e tecnologica di interi settori industriali. Secondo la ricerca dell’Osservatorio Data Center del Politecnico di Milano, gli investimenti in queste infrastrutture hanno raggiunto i 5 miliardi di euro, segnalando un interesse sempre più marcato da parte di aziende e fornitori di servizi.
Ma perché nel futuro ci sarà bisogno di un numero maggiore di data center e di strutture sempre più avanzate? Ecco una panoramica che spiega come sta evolvendo il mercato e quali fattori guideranno la domanda di centri di elaborazione e archiviazione dei dati.
La crescita esponenziale dei dati: La prima e più evidente ragione per cui in futuro serviranno più data center è la continua espansione del volume dei dati generati. Ogni giorno, le attività online producono quantità enormi di informazioni: dispositivi IoT (Internet of Things), sensori industriali, piattaforme social, streaming video e applicazioni di e-commerce creano moli di dati senza precedenti. Con l’aumento dei servizi digitali, ogni operazione – dalla transazione bancaria alla misurazione di un parametro in una fabbrica 4.0 – si traduce in nuovi pacchetti di dati che devono essere processati, archiviati e analizzati. Di conseguenza, le infrastrutture attuali faticano a sostenere questo ritmo di crescita e, per evitare colli di bottiglia, sono necessari nuovi centri di calcolo.
La richiesta di bassa latenza e vicinanza all’utente: Un altro fattore fondamentale è la latenza, ossia il tempo di risposta delle applicazioni. In settori come il gaming online, le applicazioni di realtà aumentata/virtuale e i servizi di videoconferenza ad alta definizione, persino un ritardo di qualche millisecondo può fare la differenza tra un’esperienza fluida o una insoddisfacente. Ecco perché le aziende iniziano a comprendere l’importanza di disporre di data center distribuiti sul territorio, in modo da avvicinare fisicamente l’elaborazione dei dati all’utente finale. Questa tendenza è spesso definita “edge computing”: invece di far transitare i dati attraverso reti lontane, si posiziona l’infrastruttura elaborativa vicino alla fonte (o all’utilizzatore) delle informazioni. Ciò riduce i tempi di latenza e migliora le performance complessive.
L’evoluzione verso l’edge e il 5G: Parlando di edge computing, non si può trascurare il 5G, la nuova generazione di reti mobili che promette velocità elevate e tempi di risposta estremamente ridotti. Man mano che il 5G diventa lo standard, crescerà la necessità di avere “mini data center” distribuiti, capaci di gestire servizi in real time. Pensiamo alla guida autonoma, agli smart building, alla sanità con telemedicina e chirurgia robotica: tutti ambiti che richiedono sincronizzazione immediata. Per garantire queste funzionalità, la potenza di elaborazione non potrà più essere concentrata solo in pochi mega data center, ma sarà diffusa in una rete di nodi minori, connessi fra loro e pronti a gestire quantità notevoli di dati.
La trasformazione delle imprese: Industry 4.0 e digitalizzazione: La digitalizzazione dei processi industriali non riguarda solo le grandi multinazionali: anche le piccole e medie imprese stanno progressivamente migrando verso modelli produttivi smart, basati su sensoristica avanzata, robotica e piattaforme di analytics. Tutto ciò richiede spazi di calcolo ed elaborazione per gestire e analizzare i dati prodotti. I data center, pertanto, diventano un punto nevralgico, offrendo servizi di hosting, cloud e soluzioni ibride capaci di adattarsi alle esigenze di flessibilità e scalabilità. Inoltre, la competitività sul mercato richiede rapidità nelle implementazioni, e poter contare su infrastrutture certificate e sicure rappresenta un vantaggio strategico.
Sicurezza, privacy e normative: Un tema critico che spingerà la richiesta di nuovi data center è quello della sicurezza e della conformità alle normative. La protezione dei dati sensibili, il rispetto del GDPR e altre regolamentazioni internazionali implicano che, in molti casi, i dati debbano risiedere in specifiche aree geografiche o essere trattati con protocolli conformi. Cresce quindi la necessità di costruire data center localizzati, dotati di standard elevati sia dal punto di vista fisico (controlli degli accessi, sistemi antincendio, ridondanza energetica) che virtuale (firewall, sistemi di rilevamento delle intrusioni, crittografia). Organizzazioni di settori sensibili (finanziario, sanitario, governativo) richiedono sempre più spesso un controllo capillare sulle infrastrutture e la possibilità di audit continui, portando a un incremento delle strutture on-premise o ibride.
Necessità di sostenibilità e efficienza energetica: L’aumento dei data center pone una questione centrale: il consumo energetico. Secondo diversi studi, le infrastrutture di calcolo incidono significativamente sui consumi globali. Tuttavia, le nuove tecnologie stanno facendo passi avanti nella realizzazione di data center più “green”, attraverso sistemi di raffreddamento innovativi e l’impiego di energie rinnovabili. Investire in centri di calcolo di ultima generazione permette di ottimizzare l’uso dell’energia e ridurre le emissioni di CO₂, contribuendo a una crescita più sostenibile. Quindi, benché sia inevitabile che il numero complessivo dei data center aumenti, è altrettanto fondamentale che tali strutture adottino criteri di efficienza ambientale.
Le prospettive future: Con 5 miliardi di euro di investimenti registrati e la prospettiva di un’ulteriore accelerazione, il mercato dei data center si conferma in forte espansione. Nel prossimo futuro, l’aumento della connettività, lo sviluppo di servizi digitali sempre più evoluti e la necessità di gestire applicazioni real time alimenteranno ulteriormente la domanda di soluzioni di calcolo e archiviazione. Di conseguenza, la realizzazione di nuovi poli data center diventa un nodo cruciale sia per le aziende, che necessitano di infrastrutture affidabili, sia per i fornitori di servizi cloud, che competono per offrire spazi di calcolo ad alte prestazioni.
Infine, la spinta verso l’innovazione tecnologica – dal quantum computing all’intelligenza artificiale di ultima generazione – agisce da ulteriore catalizzatore: la potenza richiesta dalle applicazioni future sarà tale da richiedere un ampliamento continuo delle strutture esistenti e la costruzione di nuovi complessi. Ecco perché, in vista di un’economia sempre più basata sui dati, nel futuro serviranno più data center.
Sostenere la rivoluzione digitale in ogni sua forma, garantire sicurezza e affidabilità, e assicurare l’accesso a risorse computazionali capaci di soddisfare la domanda crescente di elaborazione distribuita.