lunedì, Settembre 16, 2024

Crisi settoriale: il report CRIBIS rivela i settori più vulnerabili

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Il rapporto CRIBIS di giugno 2024 sui fallimenti d’impresa, ha dipinto un quadro allarmante dell’economia italiana. Il numero di imprese costrette a cessare l’attività è in costante aumento, con ripercussioni significative sull’occupazione e sul tessuto produttivo del Paese. Le liquidazioni giudiziali registrate del 2024 (secondo trimestre) sono 2.292, valore in crescita (+12,5%) rispetto allo stesso periodo del 2023, ma comunque in netta diminuzione (-19,5%) rispetto al 2019 (secondo trimetre).

Ma quali sono i settori più colpiti da questa crisi? E quali sono le cause profonde di questa situazione?

Tra i settori più colpiti dai fallimenti troviamo senza dubbio quelli più tradizionali, come l’industria manifatturiera e il commercio:

  • Manifattura: da anni alle prese con la concorrenza internazionale, è stato ulteriormente messo a dura prova dalla pandemia e dall’aumento dei costi delle materie prime. La difficoltà nel trovare manodopera specializzata e l’invecchiamento del parco macchine hanno aggravato la situazione di molte aziende.
  • Commercio (al dettaglio): in particolare quello tradizionale, ha subito un duro colpo dalla concorrenza dell’e-commerce e dalla crisi dei consumi. La pandemia ha accelerato questa tendenza, costringendo molte attività a chiudere definitivamente.

Anche il settore dei servizi ha risentito fortemente della crisi:

  • Turismo e ristorazione: già duramente colpito dalla pandemia, continua a soffrire a causa delle incertezze legate alla guerra in Ucraina e all’inflazione.
  • Trasporti e logistica: Le difficoltà nel reperire materie prime e componenti, unite all’aumento dei costi dei trasporti, hanno messo in crisi molte aziende del settore.

Le cause:

  • Crisi economica globale: La pandemia da Covid-19 ha provocato una profonda recessione economica, con ripercussioni su tutti i settori produttivi.
  • Aumento dei costi di produzione: L’inflazione, l’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime hanno eroso i margini di profitto delle imprese.
  • Digitalizzazione: La trasformazione digitale, se da un lato offre nuove opportunità, dall’altro richiede ingenti investimenti e competenze specifiche, mettendo in difficoltà le imprese meno preparate.
  • Debito preesistente: Molte imprese, già indebitate prima della crisi, hanno visto la propria situazione finanziaria ulteriormente aggravata dalla pandemia.

La crisi dei fallimenti d’impresa è un fenomeno complesso, con cause profonde e conseguenze rilevanti per l’economia italiana. Per affrontare questa sfida è necessario un intervento coordinato da parte delle istituzioni, che preveda misure di sostegno alle imprese in difficoltà, incentivi all’innovazione e alla digitalizzazione, e politiche industriali mirate a favorire la ripresa dei settori più colpiti.

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