martedì, Luglio 15, 2025

Cercare online nell’era dell’IA. “Dove finiscono i risultati?”

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Negli ultimi due anni, cercare informazioni online è cambiato radicalmente. Se prima i motori di ricerca restituivano una lista di link da esplorare, oggi spesso ci troviamo di fronte a risposte sintetiche generate dall’intelligenza artificiale (IA), che anticipano le nostre domande e ci forniscono direttamente le informazioni desiderate. Ma dove sono finiti i risultati tradizionali? E come possiamo navigare efficacemente in questo nuovo panorama digitale?

Cercare online nell’era dell’IA. “Dove finiscono i risultati?”

L’evoluzione della ricerca online

L’introduzione di strumenti basati su IA, come ChatGPT, Perplexity AI, Gemini, etc ha trasformato il modo in cui interagiamo con le informazioni online. Questi strumenti non si limitano a fornire link, ma generano risposte complete e contestualizzate, riducendo la necessità di cliccare su più siti per ottenere le informazioni desiderate. Secondo un rapporto di Bain & Company, circa l’80% degli utenti si affida a risultati generati dall’IA per almeno il 40% delle proprie ricerche, portando a una riduzione del traffico web organico tra il 15% e il 25%.

L’impatto sugli editori e sui creatori di contenuti

Questo cambiamento ha avuto un impatto significativo sugli editori online. Con l’aumento delle “zero-click searches”, ovvero ricerche che non portano a clic su siti esterni, molti editori hanno visto diminuire il traffico verso i propri siti. Un esempio emblematico è rappresentato dalle AI Overviews di Google, che forniscono risposte sintetiche direttamente nella pagina dei risultati, riducendo la visibilità dei link tradizionali. Secondo un rapporto di SimilarWeb, 37 dei primi 50 siti di notizie negli Stati Uniti hanno registrato un calo del traffico dopo l’introduzione delle AI Overviews.

L’impatto sugli editori e sui creatori di contenuti

Questo cambiamento ha avuto un impatto significativo sugli editori online. Con l’aumento delle “zero-click searches”, ovvero ricerche che non portano a clic su siti esterni, molti editori hanno visto diminuire il traffico verso i propri siti. Un esempio emblematico è rappresentato dalle AI Overviews di Google, che forniscono risposte sintetiche direttamente nella pagina dei risultati, riducendo la visibilità dei link tradizionali. Secondo un rapporto di SimilarWeb, 37 dei primi 50 siti di notizie negli Stati Uniti hanno registrato un calo del traffico dopo l’introduzione delle AI Overviews.

Come adattarsi (strategie per il posizionamento nell’era dell’IA)

Per navigare efficacemente in questo nuovo contesto, è utile seguire un processo strutturato:

  1. Comprendere il funzionamento dell’IA nei motori di ricerca: Le IA moderne analizzano il contesto e l’intento dell’utente, fornendo risposte personalizzate. È importante comprendere come questi sistemi interpretano le query per ottimizzare la propria presenza online.
    Immagina di cercare “benefici della dieta mediterranea”. Un motore di ricerca tradizionale ti fornirebbe una lista di link a siti web che trattano l’argomento. Un motore di ricerca basato su IA, invece, analizza il contesto della tua query e potrebbe rispondere direttamente: “La dieta mediterranea è associata a una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari, grazie all’alto consumo di frutta, verdura, olio d’oliva e pesce.” Questo approccio mira a soddisfare immediatamente l’intento dell’utente, riducendo la necessità di cliccare su ulteriori link.
  2. Ottimizzare i contenuti per l’IA: Adottare strategie di Answer Engine Optimization (AEO) può aiutare a rendere i contenuti più visibili alle IA. Ciò include l’uso di linguaggio naturale, la strutturazione chiara delle informazioni e l’inclusione di dati strutturati.
    Supponiamo che tu gestisca un sito di consulenza fiscale e desideri che le tue informazioni appaiano nelle risposte generate dall’IA. Per ottimizzare i tuoi contenuti a) Utilizza un linguaggio chiaro e diretto per rispondere a domande comuni, come “Quali sono le scadenze fiscali per le partite IVA nel 2025?” b) Implementa dati strutturati, come lo schema FAQ, per aiutare l’IA a comprendere e citare correttamente le tue informazioni. In questo modo, aumenti le probabilità che il tuo sito venga citato come fonte autorevole nelle risposte dell’IA.
  3. Diversificare le fonti di traffico: Affidarsi esclusivamente al traffico organico dai motori di ricerca può essere rischioso. È consigliabile diversificare le fonti di traffico, ad esempio attraverso newsletter, social media e collaborazioni con altre piattaforme.
    Se il tuo sito di e-commerce ha registrato un calo del traffico organico a causa delle “zero-click searches”, potresti a) Lanciare una newsletter settimanale con offerte esclusive. b) Collaborare con influencer per promuovere i tuoi prodotti su piattaforme social. Investire in campagne pubblicitarie su canali alternativi come YouTube o podcast. Queste strategie aiutano a ridurre la dipendenza dal traffico proveniente dai motori di ricerca tradizionali.
  4. Monitorare e adattarsi continuamente: L’ambiente digitale è in continua evoluzione. È fondamentale monitorare le performance dei propri contenuti e adattare le strategie in base ai cambiamenti degli algoritmi e delle tecnologie emergenti.
    Un blog di tecnologia nota un calo nel traffico verso articoli su “smartphone 2023”. Analizzando i dati, si accorge che le ricerche si sono spostate verso “smartphone con IA 2025”. Per adattarsi: a) Aggiorna i contenuti esistenti con le ultime informazioni. b) Crea nuovi articoli focalizzati sulle tendenze attuali. c) Utilizza strumenti di analisi per monitorare le performance e identificare nuove opportunità. Questo approccio proattivo garantisce che il sito rimanga rilevante e visibile nel panorama digitale in evoluzione.

Un nuovo modo di cercare, un nuovo modo di pensare

Siamo entrati in un’epoca in cui la ricerca online non è più soltanto una lista di link da esplorare, ma un’esperienza conversazionale guidata dall’intelligenza artificiale. Questa trasformazione, se da un lato offre velocità, precisione e comfort per l’utente finale, dall’altro rappresenta un cambio di paradigma per chi crea, organizza e distribuisce contenuti in rete.

I tradizionali risultati organici, che per anni sono stati la bussola del traffico web, oggi lasciano spazio a risposte immediate, generate da modelli linguistici sofisticati, capaci di riformulare, sintetizzare e contestualizzare informazioni in tempo reale.

Per il professionista digitale, il content creator, il marketer diventa necessario spostare il focus: dalla mera produzione di contenuti all’ottimizzazione per l’interazione con l’intelligenza artificiale. Bisogna pensare non più solo per gli umani, ma anche per i motori semantici che sintetizzano le nostre parole.

Comprendere come ragiona l’IA, strutturare i contenuti per renderli leggibili e “utili” ai sistemi generativi, diversificare le fonti di visibilità e, soprattutto, monitorare e aggiornare costantemente la propria strategia digitale. Nessuna di queste azioni è semplice. Ma tutte sono necessarie se si vuole restare competitivi in un mondo in cui la visibilità non è più solo questione di SEO, ma anche di “intelligenza editoriale”.

In ultima analisi, la domanda “dove finiscono i risultati?”: i risultati ci sono ancora, ma si trovano altrove, si presentano in forme nuove, dentro risposte sintetiche, dentro conversazioni automatiche, dentro interfacce vocali e prompt.

Chi saprà adattarsi, essere rilevante e offrire valore in questo nuovo ecosistema sarà visibile, consultato, citato. Chi non lo farà rischia l’invisibilità, anche se produce contenuti di qualità. Ma sarà sufficiente?

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