Chi è del settore lo può facilmente intuire, il mercato globale dell’assicurazione contro il rischio cibernetico è in rapida crescita con conseguenti rincari (il cosiddetto hard market), il settore sta entrando in una fase di stabilizzazione che offre condizioni senza precedenti per gli acquirenti. Questo scenario è al centro del recente Report Howden 2025, intitolato significativamente “Rebooting Growth”, che indica nell’Europa continentale, e in particolare nell’Italia, la prossima grande frontiera per lo sblocco di ingenti volumi di premi e la mitigazione del rischio sistemico.

L’Italia nel Mirino del Cyber Risk: Un Impatto Economico Colossale
L’urgenza di una maggiore adozione della cyber assurance in Italia non è una questione teorica, ma una necessità dettata dalla brutale realtà economica. Il rapporto pone l’Italia al centro delle quattro principali economie dell’Eurozona continentale (insieme a Germania, Francia e Spagna) che, complessivamente, hanno subito un impatto economico stimato di 307 miliardi di euro a causa di attacchi informatici nel quinquennio 2020-2025.
Queste cifre sbalorditive, che includono costi diretti e indiretti, dal blocco delle operazioni alla perdita di proprietà intellettuale, sottolineano la vastità e la persistenza della minaccia. Non si tratta più di eventi rari e isolati.
I dati sulla frequenza degli incidenti sono altrettanto allarmanti: circa la metà delle aziende campionate in queste quattro nazioni europee ha subito almeno un attacco significativo nello stesso periodo. La criminalità informatica è diventata un fattore di rischio operativo quotidiano e ineliminabile, con il ransomware che, sebbene in apparente calo nei costi medi di ripristino, rimane la minaccia dominante, evolvendo continuamente per eludere le difese.
Il Protection Gap Europeo: L’Opportunità da 1,2 Miliardi
Nonostante il rischio acuto, l’Italia e i suoi partner europei mostrano ancora un notevole “protection gap”, ovvero una lacuna nella copertura assicurativa rispetto ad altre economie mature.
Il tasso di penetrazione dell’assicurazione cyber in Italia si attesta intorno al 29%. Sebbene in linea con Francia e Spagna, questo dato è significativamente inferiore non solo al Regno Unito (39%), ma soprattutto agli Stati Uniti.
Le compagnie assicurative sono pronte a indirizzare capitali verso regioni sotto-servite come l’Italia. Per le aziende italiane, questo si traduce in condizioni di acquisto più favorevoli e una maggiore disponibilità di prodotti su misura.
Il Ritorno sull’Investimento (RoI) e il Valore Oltre il Risarcimento
Storicamente, l’assicurazione cyber è stata percepita da molte PMI italiane come un costo aggiuntivo piuttosto che come un investimento strategico. Il report Howden sfida direttamente questa percezione, dimostrando il chiaro valore economico della cyber assurance. L’analisi mostra che l’acquisto di una polizza cyber può generare un Ritorno sull’Investimento (RoI) di circa il 19%. Questo calcolo si basa sul fatto che un’azienda assicurata con ricavi annui di 500 milioni di euro può risparmiare circa 16 milioni di euro in costi legati agli attacchi informatici su un periodo di dieci anni. Questo risparmio deriva da due fattori chiave:
- Riduzione dei costi di ripristino: Le aziende assicurate tendono a implementare protocolli di sicurezza più rigorosi (cyber hygiene) per soddisfare i requisiti della polizza, riducendo la probabilità e la gravità di un attacco.
- Accesso immediato a servizi di esperti: Questo è forse il beneficio più critico. Il cyber risk è un rischio di crisi che richiede competenze legali, forensi e di pubbliche relazioni altamente specializzate e difficili da reperire in emergenza. La polizza funge da accesso immediato a un team di risposta agli incidenti (Incident Response) di prim’ordine. Il report evidenzia che solo il 20% delle aziende non assicurate dispone di tali servizi contrattualizzati in anticipo. In caso di attacco, l’assicurato non paga solo i danni, ma ottiene la guida necessaria per navigare nella crisi (legale, comunicativa, tecnica), minimizzando i tempi di inattività e le conseguenze reputazionali.
È interessante notare come l’efficacia dell’ecosistema di difesa stia dando i suoi frutti: il report registra una riduzione del 45% del costo medio di ripristino da attacchi ransomware nel 2025, attestandolo a circa 1,5 milioni di dollari. Questo calo è attribuibile non solo a una maggiore efficacia delle difese, ma anche alla gestione più rapida ed efficiente degli incidenti garantita dal supporto della cyber assurance.
Un Catalyst per la Cyber Hygiene e la Governance
La cyber assurance agisce come un vero e proprio catalizzatore per il miglioramento della sicurezza aziendale, specialmente in Italia, dove l’adozione di standard elevati può essere discontinua.
Per sottoscrivere una polizza, le aziende sono costrette a sottoporsi a una valutazione del rischio (underwriting) dettagliata che impone l’adozione di misure preventive basilari e avanzate. Questi protocolli, che altrimenti potrebbero essere ignorati o posticipati, diventano requisiti essenziali per ottenere la copertura. In sostanza, l’assicuratore non è solo un partner finanziario, ma un partner di governance del rischio, incentivando le migliori pratiche.
In un’epoca in cui la regolamentazione (GDPR, NIS2, e le future norme AI Act) impone una responsabilità sempre maggiore in caso di violazione, disporre di una solida governance del rischio non è negoziabile. L’assicurazione cyber, integrata con servizi di prevenzione e gestione della crisi, assicura la conformità non solo finanziaria, ma anche operativa e normativa.

