martedì, Novembre 18, 2025

Business Continuity e Disaster Recovery: come fare i conti (sul serio)

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La continuità operativa non è una polizza “tecnica”: è un meccanismo di protezione del cash flow

Costo atteso dell’interruzione (Expected Loss) = ricavi persi, penali contrattuali, ripristini, incident response, danni reputazionali. Costo di prevenzione/mitigazione = tecnologie, processi, persone e coperture assicurative. Il trade-off va quantificato.

Nel 2025 il costo medio globale di un data breach è stimato in 4,44 milioni di dollari, con picchi negli USA oltre 10,22 milioni: numeri che spiegano perché detection&response veloci – spesso abilitate da AI e automazione – abbattano i costi finali.

L’analisi economica: da dove partire (metodo BIA + risk-based)

  1. Mappa processi e dipendenze: individua processi critici (es. ordini, pagamenti, produzione), applicazioni, fornitori, data center e ruoli chiave. Output: matrice processo → asset → RTO/RPO preliminari.
  2. Stima l’impatto economico per processo: Ricavi persi per ora/giorno | Costi variabili aggiuntivi | Penali e SLA | Effetti reputazionali.

La somma produrrà la Curva di perdita nel tempo, base per decidere RTO (Recovery Time Objective) e RPO (Recovery Point Objective) economicamente sostenibili.

  1. Valuta la probabilità e lo scenario di rischio: combina minacce (cyber, guasti elettrici, errore umano, interruzioni di provider) con controlli esistenti.
  2. Calcola il “Value at Risk operativo”: per ogni famiglia di rischio (ransomware, outage data center, errore di change management) moltiplica probabilità annuale × perdita economica nello scenario. Ordina per impatto atteso: è la tua priorità di investimento.

Quanto “costa non fare niente” (o fare troppo poco)

La sottostima è comune. Ricerche recenti su interruzioni IT riportano perdite orarie fino a 3 milioni di dollari in imprese con alta dipendenza digitale; molte organizzazioni non misurano nemmeno il costo reale delle interruzioni e fermi, con seri bias decisionali.

Come costruire il budget BC/DR (con numeri che reggono in board)

Una volta quantificata la perdita attesa per processo/asset, il budget si struttura in 4 capitoli:

  1. Capex/Opex di piattaforma:
    • Ridondanza e resilienza: siti secondari, replica storage, networking ridondato, UPS/generatori, fault domain in cloud, DRaaS.
    • Protezione dati: backup immutabili, air-gap/object-lock, retention e test di ripristino.
    • SecOps & automazione: EDR/XDR, SOAR, “runbook” di risposta integrati con DR (es. isolamento automatico + avvio workload su sito di DR).
    • Questi costi si confrontano con il costo atteso dell’outage per definire RTO/RPO economici (non “il massimo possibile”, ma il massimo sostenibile).
  2. Costi di esercizio e test:
    • Esercitazioni periodiche di “failover” (almeno annuali), table-top con C-level e team legale/compliance, e test di restore dei backup (RTO reali, non teorici).
    • Osservabilità & incident post-mortem per abbassare MTTD/MTTR (meno minuti = meno euro bruciati).
  3. Persone e processi:
    • BCMS (ISO 22301): ruoli, responsabilità, comunicazione d’emergenza, fornitura alternativa, piani di crisi e PR.
    • Contingency planning (NIST 800-34): run-book per attivazione, recovery e reconstitution; chi fa cosa, in quanto tempo, con quali check.
  4. Trasferimento del rischio
    • Cyber insurance: utile per costi di incident response, PR, forensics e – in certe condizioni – business interruption. Premi e franchigie migliorano con controlli BC/DR verificati (es. backup immutabile, MFA diffuso, prove di ripristino).

Come presentare il caso economico: 4 mosse

  • Dal tecnico al finanziario: ogni requisito (es. RPO=15 minuti) deve avere un prezzo e un beneficio esplicitati (perdite dati evitate, penali ridotte).
  • Scenario planning: mostra best/likely/worst case (es. ransomware su ERP in fine mese; blackout sul sito primario; failure SaaS/ISP). Sovrapponi la curva perdite e le curve di costo delle alternative (cold/warm/hot site; DRaaS).
  • KPI di ritorno: target su riduzione MTTR, minuti di downtime evitati, perdita per incidente e premio assicurativo.
  • Roadmap in ondate: priorità a processi con maggiore Expected Loss e minor costo marginale di mitigazione; spalmare capex in più fasi, sfruttare opex (cloud, DRaaS) per time-to-value rapido.

Rischi spesso sottovalutati (e come prezzarli)

  • Single points of failure “nascosti”: un guasto a monte ferma tutto. Prezzare l’impatto e coprire con ridondanza multi-region/multi-provider.
  • Dipendenza da persone chiave: rotazione on-call, bus factor, manuali e runbook aggiornati (NIST). Valuta il rischio come ritardo di ripristino (es. +6 ore) × costo orario.
  • Catena dei fornitori: verifica BC/DR di ISP, SaaS critici, data center (Uptime Institute punta su potenza/energia come causa frequente e costosa). Chiedi SLA economici, right to audit, piani con test.
  • AI & dati: shadow AI e integrazioni plugin/API amplificano l’impatto economico dei breach; prevedi segregazione e piani di continuità per modelli/feature AI business-critical.

Compliance e leva competitiva

Un BCMS (ISO 22301) è sempre più richiesto in supply-chain e gare; in UE il quadro NIS2 spinge resilienza e reporting. Integrare BC/DR con cyber-security e governance AI non è solo “compliance”, incide su premi assicurativi, rating di rischio e fiducia cliente, con ritorni economici indiretti misurabili.

La domanda non è dunque se la Business Continuity “serve”, ma “quanto conviene”.

I dati 2024–2025 dicono che breach e outage costano sempre di più quando detection/response e piani di ripristino sono lenti o inesistenti; al contrario, automazione, test regolari e governance riducono materialmente la perdita economica.

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