mercoledì, Ottobre 22, 2025

Quanto ti costerà mantenere sicuro il tuo pc con Windows 10 da ora in avanti? [spoiler almeno 1000€ in 3 anni]

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Il 14 ottobre 2025 rappresenta una data spartiacque: Microsoft terminerà il supporto ufficiale per Windows 10. Ciò significa che non saranno più rilasciate patch di sicurezza, correzioni di bug né assistenza tecnica per le versioni classiche del sistema operativo.

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Per chi non è ancora passato a Windows 11, Microsoft ha previsto il programma di Extended Security Updates: un abbonamento a pagamento per continuare a ricevere patch di sicurezza su Windows 10 anche dopo il termine del supporto. Ma quanto costerà effettivamente “mantenere sicuro” un PC Windows 10 nel tempo? Quali cifre dobbiamo considerare? Vediamo i numeri, le implicazioni e le variabili da tenere in conto.

Ecco i costi base del programma Enterprise ESU di Microsoft:

  • 1° anno: circa 60€
  • 2° anno: circa 120€
  • 3° anno: circa 240€

Totale per 3 anni circa 420€ per dispositivo

Quindi, già da queste cifre, si evince che mantenere un PC “sicuro” (ossia con patch ufficiali) non sarà gratis — né subito né nei tre anni successivi.

I numeri sopra indicati rappresentano il “costo puro” delle licenze ESU, ma nella realtà aziendale entrano in gioco molte altre variabili e spese collaterali che possono far lievitare il costo complessivo:

  • Installazione e distribuzione delle patch: Quando Microsoft rilascia nuove patch ESU, queste vanno distribuite a migliaia di macchine, testate, verificate, sincronizzate. Richiede infrastruttura (server, banda, strumenti di deployment), risorse umane e tempo.
  • Compatibilità hardware e software: Molti PC attuali potrebbero avere driver non compatibili con nuove patch o versioni successive dei software aziendali. Occorre prevedere costi di testing, aggiornamenti, patch personalizzate o sostituzioni hardware.
  • Sistemi legacy non ammodernabili: In alcune realtà, vi sono macchine critiche che non possono essere aggiornate a Windows 11 per motivi di compatibilità. Per mantenerle “sicure”, l’ESU può essere l’unica opzione temporanea, ma con costi ripetuti che aumentano nel tempo.
  • Rischi residui non coperti: Il programma ESU garantirà solo patch di sicurezza critiche; non includerà nuove funzionalità, miglioramenti o correzioni di bug generali. Pertanto, il rischio residuo aumenta e può rendere necessario un piano di mitigazione extra (soluzioni endpoint, firewall, monitoraggio continuo).

Aggiungiamo questi costi operativi e indiretti:

  • Distribuzione patch, test, personale addetto — 20% extra
  • Compatibilità hardware/software, aggiornamenti driver, sostituzioni — ulteriori costi stimabili 10%
  • Soluzioni complementari di protezione (EDR, monitoraggio, segmentazione): possono aggiungere ulteriori decine di migliaia di euro nei tre anni

Somma stimata (IPOTESI): circa 600€ totali in 3 anni per la singola postazione, se l’azienda vuole mantenere un livello “sicuro” accettabile.

Il trade-off inevitabile: migrazione o mantenimento?

Data la progressione dei costi — ESU che raddoppiano ogni anno, spese “nascoste” e rischi residuali — per molti sarà più conveniente pianificare una migrazione a Windows 11 (o altra piattaforma moderna) piuttosto che continuare a pagare per mantenere Windows 10. Microsoft stessa spinge in quella direzione.

Inoltre, molti PC non sono compatibili con Windows 11 per requisiti hardware, quindi la migrazione richiederà anche investimenti in nuovi dispositivi.

Windows 11 nasce con una architettura “secure by design”, cioè con la sicurezza integrata a livello hardware e software:

  • Supporta TPM 2.0 (Trusted Platform Module), che protegge credenziali e chiavi di cifratura direttamente nel chip del dispositivo.
  • Include Windows Hello, BitLocker e Credential Guard, riducendo drasticamente il rischio di furto d’identità e accessi non autorizzati.
  • È ottimizzato per i principi dello Zero Trust, garantendo che ogni accesso — anche interno — venga autenticato e monitorato.

Risultato: minori vulnerabilità, meno patch critiche da gestire manualmente e una protezione allineata agli standard richiesti dalle assicurazioni cyber e dai regolatori (es. NIS2).

Inoltre è pensato per supportare le tecnologie emergenti, dal cloud ibrido all’intelligenza artificiale:

  • Offre prestazioni fino al 15% superiori grazie a una migliore gestione dei thread e della memoria, con riduzione del consumo energetico.
  • È ottimizzato per app moderne, container e ambienti di sviluppo DevSecOps.
  • Supporta pienamente le piattaforme Microsoft 365, Copilot e le future integrazioni AI di sistema, che non saranno più retrocompatibili con Windows 10.

Risultato: garantisce longevità, compatibilità con software futuri e un’esperienza utente più fluida, evitandocosti di obsolescenza e blocchi improvvisi.

Mantenere “sicuro” Windows 10 non significa solo pagare le patch: significa investire risorse, infrastruttura, gestione e tollerare rischi residui. Per molte aziende, il passaggio a Windows 11 — con un progetto ben pianificato — rappresenta la via più sensata e sostenibile.

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