Ormai lo dovremmo averlo imparato, il backup non è più solo un dovere tecnico: oggi rappresenta la linea di difesa critica contro attacchi sempre più sofisticati. I criminali informatici non si limitano più a colpire i sistemi produttivi, ma mirano direttamente ai backup per impedire qualsiasi possibilità di recupero.

Nuovi attacchi e vecchie falle
Gli hacker pianificano campagne sempre più complesse: rubano credenziali privilegiate, compromettono sistemi di controllo e disattivano le copie di sicurezza. Ecco alcune tra le vulnerabilità più comuni:
- configurazioni errate di servizi esposti (FTP, SMB),
- mancanza di snapshot o immutabilità,
- ambienti multi-cloud gestiti senza controlli omogenei.
Il risultato? I backup tradizionali, basati sul semplice modello locale + copia remota, non bastano più.
Difese moderne per backup resilienti
Autenticazione e cifratura: La resilienza parte da misure basilari ma cruciali: MFA, crittografia AES-256 e file system resilienti come Btrfs, che supporta snapshot e versioning bloccato.
Air-gapped e WORM: Le tecniche più efficaci prevedono copie isolate fisicamente (air-gapped) o con policy WORM (Write Once Read Many), che rendono impossibile cancellare o modificare i dati per un periodo definito.
Monitoraggio e versioning: Un altro punto chiave è la capacità di rilevare anomalie e ripristinare velocemente versioni sane grazie a snapshot frequenti.
Dal “3-2-1” al modello “1+0”
Il classico schema “3-2-1” (tre copie, due supporti, una off-site) è stato a lungo lo standard. Oggi esiste una logica evoluta, “1+0”: una copia realmente immutabile, senza possibilità di errore umano o manomissione. In un’epoca di ransomware distruttivi, questo approccio diventa essenziale.
Il multi-cloud tra opportunità e rischi
Le aziende usano sempre più infrastrutture ibride e multi-cloud, ma questa scelta aumenta la complessità. Serve garantire:
- permessi ben definiti,
- crittografia end-to-end,
- object locking e versioning coerenti.
Normative e compliance
Oggi la protezione dei dati è anche un obbligo legale: Il GDPR richiede sicurezza e capacità di ripristino. La direttiva NIS2 impone obblighi stringenti alle aziende critiche, con sanzioni pesanti in caso di mancato adeguamento. Le funzioni di immutabilità, cifratura e auditing supportano il rispetto di queste normative e degli standard ISO/IEC 27001 e 27031.
I vantaggi concreti
Le imprese che adottano strategie moderne di backup ottengono tre benefici chiave:
- Riduzione del downtime – ripristini rapidi e sicuri.
- Protezione dei dati – anche se l’ambiente IT è compromesso.
- Maggiore fiducia di assicurazioni e partner – molte polizze cyber oggi richiedono misure di resilienza comprovate.
Le sfide ancora aperte e roadmap
Nonostante i progressi, le aziende incontrano difficoltà per costi iniziali per infrastrutture e formazione, complessità negli ambienti legacy, resistenze culturali al cambiamento. Ma potrebbe venire utile un percorso in sette fasi:
- Mappare rischi e vulnerabilità.
- Definire policy chiare di backup e accesso.
- Adottare tecnologie di immutabilità e crittografia.
- Implementare controlli e monitoraggio continuo.
- Testare regolarmente i ripristini.
- Formare personale e allinearsi alle normative.
- Migliorare continuamente con audit e aggiornamenti.
Entro il 2026, il 75% delle aziende utilizzerà ambienti multi-cloud: senza misure di resilienza avanzata, il rischio di perdita totale dei dati resterà altissimo. Emerge chiaramente che i backup tradizionali non sono più sufficienti. Servono copie immutabili, versioni bloccate, monitoraggio continuo e un approccio “zero trust” anche al salvataggio dei dati.
Il backup è la frontiera della resilienza aziendale. Le imprese che lo capiranno in tempo non solo sopravvivranno agli attacchi, ma potranno distinguersi come partner affidabili e competitivi.