lunedì, Ottobre 13, 2025

Perché il backup tradizionale non basta più?

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Ormai lo dovremmo averlo imparato, il backup non è più solo un dovere tecnico: oggi rappresenta la linea di difesa critica contro attacchi sempre più sofisticati. I criminali informatici non si limitano più a colpire i sistemi produttivi, ma mirano direttamente ai backup per impedire qualsiasi possibilità di recupero.

Nuovi attacchi e vecchie falle

Gli hacker pianificano campagne sempre più complesse: rubano credenziali privilegiate, compromettono sistemi di controllo e disattivano le copie di sicurezza. Ecco alcune tra le vulnerabilità più comuni:

  • configurazioni errate di servizi esposti (FTP, SMB),
  • mancanza di snapshot o immutabilità,
  • ambienti multi-cloud gestiti senza controlli omogenei.

Il risultato? I backup tradizionali, basati sul semplice modello locale + copia remota, non bastano più.

Difese moderne per backup resilienti

Autenticazione e cifratura: La resilienza parte da misure basilari ma cruciali: MFA, crittografia AES-256 e file system resilienti come Btrfs, che supporta snapshot e versioning bloccato.

Air-gapped e WORM: Le tecniche più efficaci prevedono copie isolate fisicamente (air-gapped) o con policy WORM (Write Once Read Many), che rendono impossibile cancellare o modificare i dati per un periodo definito.

Monitoraggio e versioning: Un altro punto chiave è la capacità di rilevare anomalie e ripristinare velocemente versioni sane grazie a snapshot frequenti.

Dal “3-2-1” al modello “1+0”

Il classico schema “3-2-1” (tre copie, due supporti, una off-site) è stato a lungo lo standard. Oggi esiste una logica evoluta, “1+0”: una copia realmente immutabile, senza possibilità di errore umano o manomissione. In un’epoca di ransomware distruttivi, questo approccio diventa essenziale.

Il multi-cloud tra opportunità e rischi

Le aziende usano sempre più infrastrutture ibride e multi-cloud, ma questa scelta aumenta la complessità. Serve garantire:

  • permessi ben definiti,
  • crittografia end-to-end,
  • object locking e versioning coerenti.

Normative e compliance

Oggi la protezione dei dati è anche un obbligo legale: Il GDPR richiede sicurezza e capacità di ripristino. La direttiva NIS2 impone obblighi stringenti alle aziende critiche, con sanzioni pesanti in caso di mancato adeguamento. Le funzioni di immutabilità, cifratura e auditing supportano il rispetto di queste normative e degli standard ISO/IEC 27001 e 27031.

I vantaggi concreti

Le imprese che adottano strategie moderne di backup ottengono tre benefici chiave:

  • Riduzione del downtime – ripristini rapidi e sicuri.
  • Protezione dei dati – anche se l’ambiente IT è compromesso.
  • Maggiore fiducia di assicurazioni e partner – molte polizze cyber oggi richiedono misure di resilienza comprovate.

Le sfide ancora aperte e roadmap

Nonostante i progressi, le aziende incontrano difficoltà per costi iniziali per infrastrutture e formazione, complessità negli ambienti legacy, resistenze culturali al cambiamento. Ma potrebbe venire utile un percorso in sette fasi:

  • Mappare rischi e vulnerabilità.
  • Definire policy chiare di backup e accesso.
  • Adottare tecnologie di immutabilità e crittografia.
  • Implementare controlli e monitoraggio continuo.
  • Testare regolarmente i ripristini.
  • Formare personale e allinearsi alle normative.
  • Migliorare continuamente con audit e aggiornamenti.

Entro il 2026, il 75% delle aziende utilizzerà ambienti multi-cloud: senza misure di resilienza avanzata, il rischio di perdita totale dei dati resterà altissimo. Emerge chiaramente che i backup tradizionali non sono più sufficienti. Servono copie immutabili, versioni bloccate, monitoraggio continuo e un approccio “zero trust” anche al salvataggio dei dati.

Il backup è la frontiera della resilienza aziendale. Le imprese che lo capiranno in tempo non solo sopravvivranno agli attacchi, ma potranno distinguersi come partner affidabili e competitivi.

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