La recente tappa italiana dell’Agentforce World Tour di Salesforce ha tracciato una linea netta: siamo probabilmente “l’ultima generazione che vive e lavora con una forza esclusivamente umana”. Il futuro sarà segnato da team ibridi, in cui l’uomo collabora strettamente con agenti AI altamente autonomi. Ma cosa significa questo cambiamento? E come stanno approcciando realtà come Ferrari e Lavazza questa rivoluzione?

Da “Show me” a “Do it for me”
L’uso dell’AI assomiglia a un approccio “Show Me”: l’utente deve digitare una query, selezionare l’output e interpretarlo. Per prossimo futuro l’evoluzione è intensa: con l’AI agentica, si passa a un modello “Do It For Me”, dove l’agente AI esegue in autonomia attività complesse, basandosi su dati strutturati e non, API, automazioni e modelli di reasoning avanzati.
L’AI sarà in grado di accedere e correlare conoscenze provenienti da sistemi aziendali e documenti, generando output accurati e contestualizzati.
Team ibridi: vantaggio competitivo e sostenibilità
Per alcuni può sembrare fantascienza: uomini e macchine lavorano insieme, come colleghi. In realtà, l’approccio ibrido non mira a sostituire lavoratori, ma a potenziarli. L’AI non è sostituta, ma amplificatrice delle capacità umane, assumendo compiti ripetitivi o complessi e lasciando al talento creativo il ruolo di supervisore e decision maker. È un chiaro segnale: il supporto dell’AI riduce i carichi di lavoro, accelera le operazioni e libera le persone da compiti ripetitivi.
Il reskilling diventa indispensabile
L’introduzione massiva di agenti AI richiede una nuova visione sulle competenze: il reskilling non è più un’opzione, ma una necessità. I ruoli evolvono: dal gestore di task ripetitivi, il lavoratore diventa supervisore strategico, con capacità di interpretare output, scegliere priorità, intervenire in scenari eccezionali.
Serve una formazione continua, focalizzata su:
- Comprensione delle logiche AI e interfacce.
- Prompt engineering e capacità di formulare richieste efficaci.
- Tematiche etiche e normative legate all’uso dell’AI.
- Soft skill: interpretazione, creatività, adattabilità.
Questa trasformazione richiede un cambiamento culturale, ma promette maggiore soddisfazione professionale e produttività.
L’equilibrio tra velocità e governance
La rivoluzione dell’AI agentica porta benefici, ma impone rigore su due fronti:
- Etico-normativo: GDPR, Data Residency, trasparenza, spiegabilità – soprattutto in ambiti come sanitario, finanziario, manufatturiero. Gli agenti devono operare entro confini ben definiti e tracciabili.
- Governance: è fondamentale avere modelli per monitorare, validare e aggiornare gli output generati dagli agenti. Salesforce propone un framework integrato, con tool per gestione dell’intero ciclo AI, dalla progettazione all’aggiornamento continuo.
Punti chiave e raccomandazioni
Dall’esperienza di Salesforce emergono chiaramente alcuni punti fondamentali:
- AI agentica sarà un alleato, non sostituto: potenzia la produttività e migliora la qualità dei processi.
- Formazione continua: reskilling mirato è la chiave per il successo della transizione ibrida.
- Governance integrata: gestire dati, modelli e risultati con rigore garantisce sicurezza e compliance.
- Focus sull’utente e sul valore: dall’iper-personalizzazione al controllo qualità, l’AI aiuta a creare vantaggio competitivo reale.
- Transizione graduale ma decisa: iniziare con progetti pilota, misurare KPI chiari, estendere gradualmente.
L’alba dell’era ibrida
L’avvento della forza lavoro ibrida non è più fantascienza, ma realtà concreta. Le generazioni attuali e future stanno imparando a convivere e collaborare con agenti AI autonomi, trasformando ruoli, competenze e modalità operative.
Siamo davvero “l’ultima generazione di forza lavoro esclusivamente umana”. L’alternativa non è resistere, ma adattarsi con coraggio e visione. Investire in piattaforme integrate, agenti intelligenti, competenze e governance è il primo passo per costruire organizzazioni resilienti, competitive e pronte alla sfida del futuro.